ITA: Questo progetto nasce dalla collaborazione di quattro filmmaker romane che, unite dall’interesse per tematiche sociali, decidono di unire le loro capacità tecniche ed artistiche per indagare, tramite il linguaggio audiovisivo, le discriminazioni di genere in ambito sportivo.
I programmi e le iniziative promozionali a livello nazionale ed europee, come lo Strategic Actions on Gender Equality in Sport 2014-2020, hanno ridotto, ma non eliminato,il divario dell’accesso alle attività sportive, intese sia a livello agonistico che dilettantistico, tra uomo e donna è ancora molto elevato. Sebbene sia stata registrata una maggiore partecipazione femminile, le donne sono ancora sottorappresentate nelle istituzioni deputate ai processi decisionali, e lo sport viene tutt’ora considerato un settore di appannaggio maschile nonostante si tratti di un ambito chiave per la promozione della salute fisica e mentale, per l’educazione, e per lo sviluppo della leadership e di quelle capacità necessarie all’emancipazione delle donne.
Lo sport è uno dei principali settori in cui si articolano le costruzioni sociali sul femminile e sul maschile. Le convinzioni sul genere riflettono il modo in cui le discipline sono organizzate e praticate. L’attività sportiva si presenta quindi come luogo di marginalizzazione quando rispecchia i discorsi dominanti legati al femminile e al maschile, ma allo stesso tempo può essere una potente piattaforma per promuovere l’uguaglianza, ponendosi come teatro di trasformazione e conflitto quando permette la rinegoziazione dell’identità e la costruzione di nuovi immaginari.
"Hai troppi muscoli", "perché rovinarti quel bel faccino?", "non è uno sport adatto a ragazze": queste sono solo alcune delle frasi sessiste che le atlete che praticano sport non prettamente "femminili" si sentono ripetere fin da piccole. No Bets on The Underdogs vuole raccontare i pregiudizi culturali che queste donne si trovano a dover affrontare nel corso della loro carriera professionale. Per svelare questa realtà, si è scelto di intervistare tre atlete di spicco nelle seguenti discipline: calcio, rugby e boxe; tre sport che in ambito femminile stanno regalando molte soddisfazioni ma che, nonostante la maggiore risonanza mediatica, rimangono tuttora avvolti da pesanti pregiudizi di genere. L’idea nasce da due esigenze: da una parte si vuole raccontare in modo semplice quella che è la complessità della violenza di genere; dall’altra si vuole gettar luce sulle storie di ragazze coraggiose che hanno combattuto per realizzare i propri sogni. L'aspetto di denuncia sarà quindi veicolato attraverso i quotidiani atti di coraggio delle atlete protagoniste, fulcro dello sviluppo narrativo dell’opera. No Bets On The Underdogs sarà quindi composto principalmente da tre tipi di materiale:
a) interviste alle atlete protagoniste,
b) riprese delle atlete durante l’allenamento e fuori dal campo,
c) materiale d’archivio.
Le interviste verteranno intorno ai seguenti nuclei narrativi: l’esordio sportivo nella loro disciplina (perché hanno scelto questo sport piuttosto che un altro; le difficoltà riscontrate nel trovare una squadra nelle vicinanze di casa, ecc.); i commenti di amici e familiari relativi alla loro scelta; le discriminazioni culturali con cui si sono dovute confrontare nel corso della propria carriera (commenti e/o atteggiamenti sessisti); il confronto con il settore maschile; la politica adottata dai dirigenti federali nei confronti del settore femminile; com’è cambiato il settore femminile del proprio sport di riferimento nel corso degli anni; cosa significa per loro il concetto di femminilità e come si relazionano ad esso.
Le atlete verranno seguite durante le sessioni di allenamento per illustrare il loro impegno e la loro passione sportiva. Saranno seguite anche fuori dal campo per restituire un’immagine il più possibile completa delle difficoltà anche economiche, incontrate dalle atlete, che quando decidono di trasformare la loro passione in lavoro, spesso sono costrette a mantenersi con una seconda professione.
Alle interviste verrà affiancato materiale audiovisivo, principalmente proveniente dall’Archivio Luce. Particolare rilievo verrà dato a tre video riguardanti: una partita di calcio femminile tra le squadre di Napoli e Roma avvenuta nel 1959; una partita di rugby femminile che ha avuto luogo a Vancouver negli anni ’60; un incontro di pugilato femminile del ’77. Queste tre telecronache, seppur diverse per anno e contenuto, hanno un minimo comune denominatore: lo speaker si diletta a commentare l’evento sportivo con ‘simpatiche’ e goliardiche osservazioni sessiste. Un linguaggio dichiaratamente offensivo che, lontano da un punto di vista temporale, è da considerare quantomai attuale se messo in relazione con il tenore dei commenti che si leggono nei social o si ascoltano in televisione. I media svolgono un ruolo significativo nel rinforzare gli stereotipi di genere e nel sessualizzare le atlete, contribuendo a marginalizzare le conquiste sportive, sottolineando l’aspetto esteriore rispetto alle capacità e ai risultati. I materiali d'archivio, accostati a recenti episodi di cronaca, serviranno quindi come spunto di riflessione sui passi avanti compiuti nel corso degli anni.
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ENG: This project was born from the cooperation of four filmmakers from Rome, all interested in social issues, who decided to investigate gender discrimination in sport throughout media language, combining artistic and technical skills.
National and European promotional activities (e.g. Stratetic Actions on Gender Equality in Sport 2014-2020) have profusely reduced, but haven't yet eliminated, inequalities for women who want to get access to sports reserved for men.
Despite the increasing women participation, sport is still considered typically for men, even though it's the key for both mental and physical health, the develpoment of leadership and all the useful skills for women empowerment.
''You're getting too masculine'' , ''you can ruin your pretty face'', ''this isn't a sport for girls'': these are just a few of the many things female athletes who play a sport considered for men keep hearing since young age.
No Bets on the Underdogs wants to deepen how these women deal with cultural bias during their professional career; to uncover this reality we will interview three leading personalities in these fields: soccer, football and boxe, three kinds of sports that are having increasing media resonance but are still sorrounded by loads of prejudices.
The project wants to tell in a simple way the complexity of gender violence and wants to tell about brave women who are fighting for their dreams everyday.
So, No Bets on the Underdogs will be made up of three kinds of material:
a) interviews of the three athletes
b) training and private life footage
c) archive material
The interviews will focus on: why they chose this sport; the difficulties to find a team in the neighborhood; how family and friends reacted to their choice; cultural discrimination they had to face during their career life, like other people's sexist comments/attitudes; the confrontation with the man side of the same sport; how the sport they play changed during the years; what's the idea of femininity and how they relate to it.
The athletes will be also followed during training sessions to show how much effort and commitment they put in their sport. They'll be followed in their private life too.
they'll explain how they're forced to look for a second job and how they face financial problems because they can't make ends meet with a female athlete salary.
These interviews will be complemented with original archive material (most of it comes from Archivio Luce). The selected footage consists in three videos: matches of female soccer, football and boxe filmed between the '60s and '70. At the time, all of them were commented by the speakers in highly offensive and sexist ways.
The archive material will be accompanied by recent episodes in the sport field, in order to see how much our society evolved during the last decades
(Designed by Terdpongvector / Freepik)
ITA: Nel corso delle prossime settimane, vi riveleremo le tre sportive che hanno accettato di partecipare al documentario.
Il teaser è stato realizzato con frammenti di interviste a sportive che ci hanno raccontato le difficoltà che hanno incontrato per l'aver scelto di dedicarsi a sport considerati maschili. Le interviste verranno pubblicate nel corso della campagna insieme a materiale informativo relativo alla situazione delle donne nello sport.
Tutti gli aggiornamenti saranno comunicati sulla campagna e sulle nostre pagine ufficiali Facebook e Instagram.
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ENG: During the next few weeks we'll reaveal the three personalities we chose for our short documentary.
The teaser was realized with short interviews of sporty women who told us the difficulties they met when they started dedicating to sports commonly considered for men.
These interviews will be shared with you on Facebook and Instagram during the crowdfunding campaign.
We'll constantly update our Facebook and Instagram pages, follow us!
ITA: In base al contribuito versato, vi saranno date delle ricompense (detti "perks") che potete visualizzare cliccando nella sezione di destra sul nome della tipologia della donazione ("panchinaro", "capitano", "ultras", ecc...). Tra le ricompense, troverete:
- anteprima del documentario;
- merchandising (magliette, borsoni, borraccia, ecc...);
- ringraziamenti nei credits.
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ENG: For every donantion you will get a perk (the smallest amount is 5 euros). If you click on the name of the perks (''Panchinaro'' , ''Tifoso'', ''Bomber'' etc..) you will find out the according items that you will receive. Some of the perks will be:
- documentary preview
- merchandising (t-shirts, bags, waterbottle etc..)
- your name in the credits
ITA: Abbiamo lanciato questa campagna con lo scopo di raggiungere 6000 Euro.
Le vostre donazioni serviranno a sostenere:
1) I costi di produzione del corto
2) La sua promozione e distribuzione
Nello specifico, per quanto riguarda la prima fase, il ricavato verrà utilizzato per:
- l'affitto dell'attrezzatura;
- i diritti per il materiale d'archivio utilizzato;
- i diritti per la colonna sonora;
- sostenere le trasferte.
Le spese della seconda fase saranno principalmente dedicate a:
- promozione sui social;
- realizzazione di un sito;
- compensi per illustratori e grafici;
- stampa del materiale promozionale;
- proiezioni pubblica.
Una parte del ricavato sarà utilizzata per le vostre ricompense che, in Italia, saranno spedite gratuitamente al termine della campagna.
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ENG:
We aim to achieve 6000 euros through the crowdfunding campaign.
Your donations will help us to cover:
1) all production costs
2) promotion and distribution costs
To be more specific:
1)
-equipment rent
-transporting crew costs (as the documentary will take place in several locations across italy)
-the usage rights for the archive footage
-musical score
2)
- promotion costs
- website
- illustrators and graphic designer
- promotional material printing costs
- public screening
A part of the budjet will be used to buy your perks that will be sent throughout Italy for free at the end of the crowdfunding campaign.
Linda Bagalini
Nata a San Benedetto del Tronto, classe 1993, dopo aver conseguito la laurea triennale in Filosofia, presso l’ateneo degli studi di Macerata, si trasferisce a Roma per frequentare la magistrale in Dams Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo presso l’Università di Roma Tre. Con l’obiettivo di apprendere nozioni tecniche, in parallelo al percorso universitario, si iscrive al corso biennale di ITS Videomaker per Cinema, Tv e Web. Diplomatasi a pieni voti nel febbraio 2019 come videomaker, lavora principalmente nel mondo audiovisivo come filmmaker freelance, come regista/aiuto regista in cortometraggi e videomusicali e come assistente alla regia in lungometraggi. Ha avuto modo di lavorare presso case di produzione quali Notorius Pictures, Fandango, Bartleby Film.
Martina Bartoli
Nata a Roma nel 1992, dopo essersi laureata in Letteratura e linguistica italiana all’Università di Roma Tre, si è avvicinata al mondo dell’audiovisivo. Attualmente frequenta il corso Videomaker per cinema, tv e web presso la Fondazione ITS Roberto Rossellini di Roma. Ha partecipato a masterclass di scrittura e reportage organizzati da «Internazionale» in occasione del Festival a Ferrara e dalla Scuola del sociale Agorà di Roma. Lavora come assistente di produzione per case di produzione quali Notorious Pictures, Think Cattleya, Groenlandia. Ha scritto e diretto un cortometraggio che racconta la realtà dei lavoratori del food-delivery e che attualmente è in fase di postproduzione.
Serena Betti
Nata a Roma nel 1991, si laurea in Sociologia alla Sapienza, dopo essersi già avvicinata al mondo dell'audiovisivo scrivendo per testate di cinema online. Nel 2019 si diploma a pieni voti al corso biennale di ITS Videomaker per Cinema, Tv e Web. All'attività di redattrice, ha affiancato lavori nel mondo dell'audiovisivo, in produzione e in post produzione, in Italia e all'estero. Attualmente vive a Londra dove si occupa di montaggio e di business development per una start up inglese.
Flavia Cellini
Nata a Roma nel 1993, dopo aver conseguito il diploma linguistico al liceo Gaetano De Sanctis di Roma, si avvicina fin da subito al mondo dell’audiovisivo lavorando come videomaker freelance per videoclip e documentari. Nel febbraio 2019 si diploma al corso biennale di ITS Rossellini per Cinema, Tv e Web. Dal 2018 lavora principalmente come assistente di produzione per case di produzione quali Notorious Pictures, Altoverbano, Think Cattleya, Fandango. Con l’obiettivo di avvicinarsi definitivamente al mondo della regia, nel marzo del 2019, lavora come assistente alla regia per il nuovo film di Nanni Moretti.
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