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PIU' LIBERO DI PRIMA

La storia di Tomaso, o del trovare la propria libertà nell’ingiustizia di un carcere indiano.

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PIU' LIBERO DI PRIMA

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La storia di Tomaso, o del trovare la propria libertà nell’ingiustizia di un carcere indiano.

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La storia di Tomaso, o del trovare la propria libertà nell’ingiustizia di un carcere indiano.

La storia di Tomaso, o del trovare la propria libertà nell’ingiustizia di un carcere indiano.

Chiara Galloni
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Bologna, Italy
$13,517 USD $13,517 USD 201 backers
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Tomaso Bruno ha da poco compiuto trent'anni. Li ha compiuti nella prigione indiana di Varanasi, dove è rinchiuso dal 2010 assieme ad Elisabetta Boncompagni, in seguito a una condanna all'ergastolo per un omicidio che non hanno commesso.

Dopo due anni di rinvii, l’Ambasciatore Italiano in India e gli Avvocati della famiglia Bruno avevano ragione di credere che a metà settembre 2014 sarebbe stata pronunciata la sentenza definitiva della Corte Suprema di Nuova Delhi. 

Abbiamo fatto il possibile – compreso avviare questa campagna di crowdfunding – per coprire i costi di questa ulteriore trasferta in India del nostro regista, Adriano Sforzi: perché volevamo essere ancora lì, con Tomaso e con i suoi genitori, in occasione di questo giorno così atteso. Purtroppo ci sono stati ulteriori imprevisti, la Sentenza è stata nuovamente rinviata e siamo dovuti rientrare.

Ad oggi l’Udienza è ri-calendarizzata per metà ottobre. Nonostante il nostro goal sia quasi raggiunto abbiamo deciso di prolungare la campagna fino al 15 ottobre, per dare modo a chiunque di continuare a contribuire a questa imprevista ma necessaria missione in India.

Perché ostinatamente vogliamo poter testimoniare attraverso questo documentario che cosa succederà quel giorno.

Per potervi raccontare chi è oggi Tomaso Bruno, dopo milleseicento giorni di ingiusta prigionia.


Nel 2010 Tomaso è partito per un viaggio in India, insieme ad una coppia di amici, Elisabetta e Francesco. Ma una notte, a Varanasi, Tomaso ed Elisabetta hanno trovato Francesco agonizzante nella loro camera d'albergo, che condividevano per risparmiare. È morto poco dopo. E nel giro di due giorni, Tommy ed Elisabetta sono stati incarcerati con l'accusa di omicidio intenzionale di stampo passionale, con una richiesta di pena di morte. 

Il giudice riporta: «Il movente che ha spinto i due accusati ad uccidere Francesco Montis non si può dimostrare per insufficienza di prove, tuttavia si ipotizza che Tomaso ed Elisabetta avessero una relazione intima illecita». L’esame dell’accusa si basa su un’autopsia condotta da un oculista; il corpo di Francesco è stato subito cremato perché nell’ospedale dove era conservato era alla mercé dei topi e questo non ha reso possibile una seconda perizia. In più, le testimonianze dell'accusa non sono né attendibili né significative.

Tomaso ed Elisabetta sono in carcere da più di 1600 giorni sulla base di un’ipotesi non dimostrabile. Vivono in barak che ospitano sino a 140 detenuti e che in estate sfiorano  i  50 gradi. Hanno la corrente elettrica solo per qualche ora al giorno, bevono acqua non potabile e dormono a terra su strati di stuoie e coperte. Non è permesso loro alcun accesso a internet e nemmeno l’uso del telefono: nessun contatto con il mondo esterno, insomma, se non la scrittura di lettere. E non sono stati mai concessi né il rimpatrio né la libertà su cauzione.



Abbiamo deciso di fare questo film per restituire a Tomaso Bruno, attraverso la sua storia, almeno parte di quello spazio che gli è stato portato via. Perché lui vive ancora lì, rinchiuso, a novemila chilometri da casa. E aspetta una sentenza che viene rimandata di settimana in settimana, da anni.
Le Istituzioni e la diplomazia si sono interessati alla causa, ma dal 2012 i rapporti tra Italia e India sono condizionati dalla vicenda dei "Marò", i fucilieri della Marina Italiana accusati di aver ucciso due pescatori dopo averli scambiati per pirati.

Per Tomaso c’è sempre stato poco spazio, e da allora ce n’è stato ancora meno. 

Eppure, nonostante tutto, in questi anni Tomaso Bruno è diventato un uomo, “per certi versi, un uomo migliore", ci dice suo padre con la voce spezzata.

Questo è il vero perché di questo film.


Io e Tomaso ci conosciamo fin da bambini, quando, poco più grande di lui, lo allenavo nel campetto dell'Oratorio Sacro Cuore di Albenga. Anni dopo, a Bologna, parlavamo notti intere cercando il modo di uscire dagli schemi “precostituiti” delle nostre vite: io sceglievo il cinema, e Tommy si trasferiva a Londra, perennemente in cerca di sé stesso.

"Più libero di prima" non vuole essere né un film di inchiesta né di denuncia. I fatti di cronaca e i temi sociali che inevitabilmente tocca, fanno da sfondo al racconto di una crescita, forzata certo, ma profonda.

“Più libero di prima” è un romanzo di formazione scritto a mano, in carcere, dal protagonista. E la forza che Tommy ha avuto in questi anni, l’evoluzione positiva che la sua anima ha raggiunto, sono un racconto universale che tocca da vicino l’esistenza di tutti noi.


Abbiamo bisogno di persone che vogliano approfondire il senso del proprio essere cittadini, non solo italiani, ma del mondo.
E che vogliano vedere, con i propri occhi, cosa accadrà alla Corte Suprema di Nuova Delhi: immagini che, qualsiasi cosa mostreranno, saranno una svolta nella vita di Tomaso e di Elisabetta, ma anche di molte altre persone.

Siamo già stati in India nel Settembre 2013, in occasione dell'allora presunta sentenza della Corte Suprema, poi per l’ennesima volta rinviata. Abbiamo già effettuato interviste e riprese, reperito gran parte dei materiali di archivio e scritto soggetto, trattamento e sceneggiatura. Abbiamo già messo al lavoro il compositore della colonna sonora. 

Non possiamo però chiudere il film senza assistere – e farvi assistere – alla sentenza definitiva della Corte Suprema Indiana. Nel bene e nel male, dobbiamo essere lì, e voi con noi. 

Per questo vi chiediamo un sostegno, anche piccolo. Anche solo un passaparola. Perché più persone possibili devono conoscere questa storia e farne tesoro.


Il film ha già parzialmente trovato la propria copertura finanziaria grazie al Piemonte Doc Film Fund e allo sforzo dei Produttori, Articolture e Ouvert, ma ci mancano 10.680 euro: i costi vivi per portare di nuovo il regista e la troupe a Varanasi, e poi a Nuova Delhi. E poi a casa, speriamo insieme a Tommy.

Per la precisione, le donazioni ci aiuteranno a coprire:

il noleggio della telecamera modello Canon C300: 2480€;
delle ottiche: 820€; 
dei microfoni: 315€; 
l'acquisto degli hard disk: 50€; 
i costi dei voli da e per l'Italia e interni in India per l'operatore e il regista: 2140€; 
dell'imbarco dei bagagli aggiuntivi per l'attrezzatura: 235€; 
dell'operatore per 15 giorni: 2050€; 
degli oneri di previdenza sociale (Enpals) dell'operatore: 830€; 
dei visti e della spedizione dei passaporti: 140€; 
dei pernottamenti, dei vitti e degli spostamenti in India: 1450€;
dell'assicurazione di viaggio, lavoro in trasferta e danni alle attrezzature: 170€. 


Sono previste piccole ricompense per il vostro gesto.

Ma la ricompensa più grande per tutti sarà se questo film saprà parlare a voi, e alle persone che amate, di come la vita possa essere piena di bellezza e di forza anche nelle peggiori, più ingiuste e impreviste difficoltà.



Marina ed Euro, i genitori di Tomaso.

Senza la loro infinita disponibilità, questo documentario non sarebbe mai potuto esistere.

Adriano Sforzi, regista, co-sceneggiatore, co-autore.

Nato ad Asti nel 1976, laureato al DAMS di Bologna, frequenta “la bottega”
IpotesiCinema di Ermanno Olmi, dal 2003 è Assistente alla Regia per vari registi, tra cui Guido Chiesa e Luca Lucini. Nel 2005 è Assistente alla Regia di Ermanno Olmi sul film Centochiodi. Nel 2010 ha scritto e diretto Jody delle giostre, cortometraggio finanziato dal Ministero dei Beni Culturali come film d’interesse nazionale culturale , vincitore del David di Donatello 2011 come miglior cortometraggio.

Marco Ferri, direttore della fotografia.

Entra nel mondo dell'audiovisivo nel 2005 e si appassiona all’estetica dell’immagine grazie all’incontro con Gigi Martinucci. Prima collabora come assistente per diversi DOP come Michele D'attanasio e Fabrizio La Palombara, poi diventa Direttore della Fotografia su diversi documentari, spot (tra cui AD, Vogue e Ferrari) e cortometraggi. Collabora come Digital Imaging Technician su due lungometraggi (“Il paese delle spose infelici” di Pippo Mezzapesa e “Tutti contro tutti” opera prima di Rolando Ravello), lavorando a stretto contatto con il Direttore della Fotografia Paolo Carnera.

Federica Iacobelli, sceneggiatrice.

Laureata in lettere antiche, specializzata in giornalismo e in sceneggiatura si è dedicata alla scrittura prima come giornalista professionista e poi come autrice. Collabora con diverse riviste. Dal 2011 è tra gli autori del programma L'Albero Azzurro di RAI Radio Televisione Italiana e docente di Sceneggiatura al Biennio specialistico in Grafica delle Immagini, indirizzo Illustrazione, dell'ISIA di Urbino. Con Uno studio tutto per sé (Mottajunior 2007) ha vinto il Premio Pippi 2008.

Olga Tranchini, illustratrice.

Olga Tranchini è un'illustratrice e animatrice, allieva di Gianluigi Toccafondo. Si è diplomata in illustrazione presso l'ISIA di Urbino nel 2013. Il suo lavoro inizia sempre da un riferimento video fotografico, con il recupero di frammenti di girato di qualsiasi natura che vengono sfruttati come traccia per essere poi ridisegnati. Utilizzando principalmente matite, il suo lavoro si concentra sul segno, seguendo un continuo processo di sintesi e sottrazione.

Daniele Furlati, autore colonna sonora.

Daniele Furlati, compositore e pianista, è diplomato in composizione, in pianoforte e strumentazione per banda. Ha ottenuto due diplomi di merito ai corsi di perfezionamento in musica per film tenuti da Ennio Morricone e Sergio Miceli all’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Ha compostole musiche per spot pubblicitari, cortometraggi e documentari. Per il cinema è autore della musica del film Viva San Isidro di Alessandro Cappelletti. È co-autore delle musiche dei lungometraggi di Giorgio Diritti Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà e Un giorno devi andare.

Ouvert, produttore.

Ouvert nasce come studio di produzione e post produzione audiovisiva nel 2007, in Piemonte. I campi in cui Ouvert opera sono la produzione di cortometraggi e documentari, la produzione pubblicitaria, il service di materiale tecnico e la gestione di teatri di posa. Attraverso le varie produzioni e coproduzioni, Ouvert ha vinto l'European Entrepreneurship Video Awards nel 2009, il MINI-BMW Excite The Planet Video Contest nel 2010, il David di Donatello nel 2011 ed il Milano International Film Festival nel 2012.

Articolture, co-produttore e comunicazione.

Articolture è un gruppo di ideazione e sviluppo di progetti culturali di Bologna. Dal 2008 lavora stabilmente nel settore audiovisivo e cinematografico ed ha realizzato, fra gli altri: My Main Man. Appunti per un film sul Jazz a Bologna, distribuito da Cecchi Gori Home Video; Cose naturali, vincitore nel 2011 del Bif&st; Fedele alla linea, home video e Vocd con Cecchi Gori Home Video; Alta Via dei Parchi - Viaggio a piedi in Emilia-Romagna, documentario di Enrico Brizzi e Serena Tommasini Degna realizzato in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, La Valigia, corto d'animazione in stop motion. E' attualmente in fase di sviluppo con il lungometraggio Gli Asteroidi, di Germano Maccioni.


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